“Uno dei musulmani rimasti si convertirà, diventerà prete, vescovo e poi cardinale, e quando verrà eletto il nuovo Papa (subito prima dell’Anticristo) questo cardinale ucciderà il Papa prima che sia incoronato, a causa della gelosia, perché lui stesso desidera essere Papa; allora quando gli altri cardinali eleggeranno il Papa successivo, questo cardinale si proclamerà anti-Papa e i due terzi dei cristiani lo seguiranno.” XII secolo, profezia di Santa Ildegarda 

Con un segno di attenzione che attesta la cordialità del rapporto, il Papa ha ricevuto oggi il grande imam di al-Azhar Ahmed Muhammad al-Tayyib, dopo averlo già ricevuto in Vaticano a maggio del 2016 dopo che Francesco in persona ha partecipato ad aprile di quest’anno a una conferenza di pace ospitata da al-Azhar al Cairo. 

 

Il colloquio del maggio 2016 segnò la ripresa della collaborazione tra al-Azhar e Santa Sede, che era stato interrotto dall’ateneo musulmano dopo che, a gennaio del 2011, papa Benedetto XVI aveva citato un attentato ai copti di Alessandria tra i motivi per i quali è «urgente necessità per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose». Parole interpretate al Cairo come ingerenza politica, tanto che il Governo egiziano di allora richiamò il proprio ambasciatore presso la Santa Sede e l’Università sunnita decise, evocando anche il discorso di Joseph Ratzinger a Ratisbona, di sospendere il dialogo con la Santa Sede.

 

Il dialogo è ora stabilmente ripreso, in particolare con l’impegno del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio del Dialogo interreligioso , e l’udienza concessa al Grande Imam da parte del Papa nel suo giorno settimanale tradizionalmente privo di appuntamenti e impegni pubblici, il martedì, conferma i buoni rapporti.

 

Nel pomeriggio di oggi Ahmed Muhammad al-Tayyib partecipa a Roma alla terza edizione dei «dialoghi di civiltà», promossi dalla stessa università di al-Azhar e dalla Comunità di Sant’Egidio, e tesi a promuovere un incontro approfondito tra «Oriente e Occidente», come recita il titolo di questo tipo di incontro che si è svolto una prima volta a Firenze, nel giugno 2015, e, a maggio del 2016, a Parigi.

 

Nella Capitale francese i partecipanti si interrogarono su come convivere, sia in Oriente come in Occidente, con categorie nuove in un mondo globalizzato. A Parigi è stato inoltre ribadito il rifiuto della violenza perpetrata in nome della religione. In quell’occasione il Grande Imam di al-Azhar ha guidato una visita al memoriale delle vittime del terrorismo al Teatro Bataclan.

 

Oggi la tavola rotonda si intitola «Un secolo: dalla fine degli imperi alla globalizzazione». In questo passaggio complesso della storia umana, a un secolo dalla fine della prima guerra mondiale e degli equilibri controversi creati dalle potenze coloniali di allora, in particolare, quest’incontro vuole cercare i passi giusti per promuovere una nuova stagione, caratterizzata dalla convivenza tra le due civiltà in un tempo segnato dalla globalizzazione e dalle sfide connesse a questo fenomeno.

 

Tra le personalità che interverranno è prevista la presenza dello stesso cardinale Tauran, oltre che del Grande Imam di al-Azhar, e inoltre dell’islamologo francese Olivier Roy, del fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi, nonché, per un saluto, del presidente del Senato Pietro Grasso. Al Tayyb dovrebbe inoltre incontrare, in occasione della sua visita a Roma, anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro degli Esteri Angelino Alfano, per discutere, preannunciava in un comunicato al-Azhar, di come coordinare gli sforzi per promuovere la cultura della coesistenza, della pace, rifiutando la violenza, l’odio e il fanatismo religioso.

fonte : LA STAMPA

 

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