TE DEUM

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IL Te Deum è un inno cristiano che viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell’anno appena trascorso. Sono diversi gli autori che si contendono la paternità del testo. Tradizionalmente veniva attribuito a san Cipriano di Cartagine, oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Niceta, vescovo di Remesiana (Dacia inferiore) alla fine del IV secolo. Secondo una leggenda (risalente al più tardi a una cronaca milanese del sec. XI falsamente attribuita al vescovo Dacio)  il Te Deum è stato intonato da SantAmbrogio e SantAgostino il giorno di battesimo di quest’ultimo, avvenuto a Milano nel 386, per questo è stato chiamato anche “inno ambrosiano”.

Il Te Deum è stato musicato da diversi autori: Giovanni Pierluigi da Palestrina, de Victoria, Händel, Mendelssohn, Mozart, Haydn e Verdi. Da sempre la musica del Te Deum è stata utilizzata in diverse occasione: il preludio del Te Deum H. 146 di Charpentier viene usato come sigla di inizio e fine delle trasmissioni in Eurovisione ed è anche suonato alla fine di tutti i concerti dei Nomadi. Il Te Deum viene anche intonato dal coro nel finale del primo atto della Tosca di Giacomo Puccini.Alcuni versi del testo sacro sono stati usati per la colonna sonora del film Il gobbo di Notre Dame della Disney, in particolare nel pezzo Rifugio (Sanctuary!), che accompagna la scena in cui Frollo sta per uccidere Esmeralda sul patibolo e le scene dell’assalto alla cattedrale.

Il Te Deum (estesamente Te Deum laudamuslatino per “Noi ti lodiamo Dio”) è un inno cristiano in prosa di origine antica.

Nella Chiesa cattolica il Te Deum è legato alle cerimonie di ringraziamento; viene tradizionalmente cantato durante alcune solennità,[1] come la sera del 31 dicembre – per ringraziare il Signore dell’anno appena trascorso – oppure nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave oppure ancora a conclusione di un Concilio.

Nella Liturgia delle ore il Te Deum trova il suo posto alla fine dell’Ufficio delle letture, prima della orazione conclusiva, nelle solennità, nelle feste dei santi, in tutte le domeniche tranne quelle di Quaresima, nei giorni fra l’ottava di Natale e quelli fra l’ottava di Pasqua.

È utilizzato anche assieme ai cantici ordinari delle Preghiere del Mattino nel Libro delle preghiere comuni, ed è ancora in uso presso molte Chiese riformate.

Attribuzione

Diversi autori si contendono la paternità del testo. Tradizionalmente veniva attribuito a san Cipriano di Cartagine oppure, secondo una leggenda dell’VIII secolo, si è sostenuto che fosse stato composto a due mani da sant’Ambrogio e da sant’Agostino il giorno di battesimo di quest’ultimo, avvenuto a Milano nel 386, per questo è stato chiamato anche “inno ambrosiano”.

Oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Nicetavescovo di Remesiana (oggi Bela Palanka) alla fine del IV secolo[2].

Italiano

Noi ti lodiamo, Dio,
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo Sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.
LatinoTe Deum laudamus: te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem, omnis terra veneratur.
Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:

“Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra

majestatis gloriae tuae.”
Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.
Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.

Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes, in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.
Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac cum sanctis tuis in gloria numerari.

Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos, et extolle illos usque in aeternum.
Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.
Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quemadmodum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.

 

 

 

 

TRATTO DA https://www.ilsussidiario.net/news/cinema-televisione-e-media/2014/12/31/te-deum-cos-e-chi-l-ha-scritto-la-storia-dell-inno-cristiano/568641/.

https://it.wikipedia.org/wiki/Te_Deum

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