Opera dello scultore francese Nicolas Chantereine, la scultura occupa la nicchia centrale della pala d’altare della cappella

La cappella di Nossa Senhora da Pena, parte di un ex convento che operava nel palazzo, mantiene la disposizione originaria del XVI secolo, con spazio per 22 monaci nel coro. Un’unica pala d’altare, scolpita dall’artista francese Nicolas Chantereine, sembra rappresentare allo stesso tempo la morte e la resurrezione di Gesù.
Non è chiaro se Chantereine si sia formato nella scultura in Italia o in Francia, ma sappiamo che nel primo decennio del XVI secolo (secondo i documenti nel 1511) gli erano già state commissionate alcune statue per la cattedrale di Compostela, in Galizia, e altre opere per l’Ospedale dei Re Cattolici.
Qualche anno dopo, nel 1517, lo troviamo a lavorare per la prima volta in Portogallo, incaricato del portale occidentale del monastero dei Geronimiti a Belém. Non avrebbe più lasciato il Portogallo, morendo a Évora nel 1551.
Chantereine si trasferì a Lisbona nel 1527, chiamato dal re João III. Lì gli venne commissionata la pala d’altare principale della cappella di Nossa Senhora da Pena, nel Palazzo di Sintra.
Quest’opera, circoscritta da un arco trionfale romano classico, contiene alcune delle scene più importanti del Nuovo Testamento con la Vergine Maria: l’Annunciazione, la Natività, la Presentazione al Tempio, l’Adorazione dei Magi e la Fuga in Egitto. La nicchia centrale presenta un’immagine che mostra apparentemente la morte e resurrezione di Cristo. In essa, tre angeli sostengono le braccia di Cristo e la sua gamba destra con gesti delicati, senza sforzo. La posizione del corpo e del capo di Cristo rende difficile capire se sta per essere adagiato nella tomba o al contrario se ne sta uscendo.
Il genio artistico di Chantereine offre un modo unico di risolvere il conflitto: il piede destro di Gesù è attivo, a terra e pronto per alzarsi di nuovo. È una delle pose che troviamo nella maggior parte delle sculture classiche; come nel Discobolo greco di Mirone, la figura è rappresentata al massimo o al minimo movimento di tensione muscolare, proprio prima che si verifichi un’azione decisiva. Questa immagine nella pala d’altare è una delle poche che si potrebbe dire rappresentino la resurrezione come se stesse accadendo all’interno della tomba.
Daniel R. Esparza | Ott 24, 2019