La lotta dell’Arcangelo contro il diavolo impregna tutto il folclore “micaelico”. E si è tramandato nell’arte
L’idea è semplice, facilmente comunicabile ed è anche il tema di devozione per eccellenza. La lotta dell’Arcangelo contro il diavolo impregna tutto il folclore micaelico. Il ruolo di san Michele nei fini ultimi è espresso in modo molto più complesso dai pittori e scultori. Ridurlo a quello di pesatore di anime ne restringe considerevolmente la portata. Prima di tutto perché la bilancia, attributo classico della Giustizia, si presta nella mano dell’Arcangelo a delle intenzioni che – giungendo i testi ad illuminare le opere – arricchiscono considerevolmente il gesto semplice ereditato dalle mitologie antiche.

D’altra parte, se l’arte ha amato quel simbolo, non gli ha comunque conferito l’esclusività. Essa non poteva disconoscere altri aspetti d’una dottrina che, lungi dall’essere rimasta pura speculazione angelologica, si è espressa correntemente nella preghiera liturgica, molto particolarmente nella messa dei defunti e nell’ufficio della Dedicazione secondo il rito Tridentino prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Limitarsi al tema della psicostasia sarebbe dimenticare che Michele è anche l’arcangelo annunziatore della Parusia, che nella grandiosa teofania della fine dei tempi egli è il porta-stendardo di Cristo, che egli è, sia nel Giudizio particolare che nel Giudizio universale, l’amico e l’intercessore delle anime ed il loro introduttore in Paradiso, infine che la sua vittoria su Satana è anche la sua vittoria sulla Morte. Di tutto ciò, pittori e scultori ci hanno lasciato delle testimonianze.
Essi non dovevano cercare molto lontano i loro riferimenti: i mattutini dell’antica liturgia tridentina delle ore del 29 settembre offrivano loro i testi evocatori ch’essi non dovevano che illustrare. In mezzo alle sintesi più interessanti, bisogna citare quella del capitello di Vézelay (XII secolo). E’ dalla cappella San Michele, nella tribuna della navata di Vezelay, che proviene tale capitello. Esso è stato rifatto identico da Viollet-le-Duc, ma l’originale è conservato nel Museo lapidario locale.

L’Arcangelo vi figura in successione nella scena della psicostasia, nella sua lotta contro il diavolo, nel tema della disputa dell’anima, infine come psicopompo. Ognuna di quelle scene è trattata con verve e dinamismo. Si è potuto notare che, in quella della psicostasia, Michele, con la sua mano libera, brandisce la lancia contro l’infernale imbroglione. In verità, in ogni occasione, l’Arcangelo non lascia di scontrarsi col suo irriducibile nemico.
Perchè un angelo buono come San Michele è un guerriero con la spada?
don Marcello Stanzione | Giu 07, 2019
Grazie San Michele difendici da ogni male.
Grazie
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