Il suo caso è un caso “raro”. E riguarda il sacerdozio…
La regola generale è quella di festeggiare ogni Santo il giorno della sua morte che per la Chiesa coincide con il dies natalis, il giorno della nascita al cielo.
Per San Paolo VI anziché quella del 6 agosto, festa della Trasfigurazione e giorno della sua morte, è stata scelta la data del 29 maggio, cioè il giorno della sua ordinazione presbiterale, avvenuta nel 1920.
La santità Paolo VI è consistita nel vivere in massimo grado «la sua vocazione come sacerdote, vescovo e Sommo Pontefice», come scrive il prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti, cardinale Robert Sarah.
Giovanni Battista Montini è stato arcivescovo di Milano dal 1954 fino al 21 giugno 1963, quando fu eletto papa dal Conclave e scelse il nome di Paolo VI.

I benedettini
La vocazione sacerdotale risale al periodo 1913-1916 e fu dovuta in particolare alla frequentazione del convento di San Bernardino, dei benedettini, e ad alcuni ritiri spirituali nella casa filippina di Sant’Antonio, vicino Brescia, e nell’eremo lecchese di San Genesio, dei camaldolesi, insieme ai suoi referenti spirituali, padre Caresana e il curato di Concesio, don Francesco Galloni.
Il seminario e l’ordinazione
A partire dall’ottobre 1916, Battista frequentò da esterno il Seminario bresciano, grazie ad una speciale dispensa del vescovo. Il 30 novembre 1919 ricevette la tonsura e il 29 maggio 1920 l’ordinazione nel Duomo di Brescia, dal vescovo monsignor Giacinto Gaggia. Il giorno seguente celebrò la sua Prima Messa nel Santuario della Madonna delle Grazie, manifestando il «trasporto e la continua vertigine di meraviglia di trovarmi segnato da Dio».
3 lauree
Trasferitosi a Roma, nel 1922 si laureò in filosofia tomistica presso l’Accademia romana di San Tommaso d’Aquino e in diritto canonicopresso la facoltà giuridica del Seminario di Milano; nel 1924 in diritto civile presso l’Università Lateranense. Accettò questo radicale cambio delle sue prospettive con umiltà, docile obbedienza ai superiori e amore alla Chiesa.
Cameriere segreto soprannumerario
Nel 1925, nella Curia romana, don Montini ebbe il titolo di cameriere segreto soprannumerario, e divenne monsignore. Tra il 1930 e il 1937 insegnò storia della diplomazia pontificia presso l’Università Lateranense.

Nel 1937, ad appena 40 anni, venne nominato Sostituto per gli Affari Ordinari. Si trovò così al cuore della diplomazia vaticana e coltivò rapporti con rappresentanti di tutto il mondo, cattolici e non.
Parroco e assistente spirituale
In questi decenni di servizio diplomatico, cercò di curare il più possibile il ministero sacerdotale e di guida spirituale; svolse il ministero nella parrocchia del Vaticano, Sant’Anna, e nella chiesa di San Pellegrino. Assistette spiritualmente diversi gruppi dell’Azione Cattolica e avviò interventi caritativi e di catechesi nelle borgate romane; fu attivo promotore delle Conferenze di San Vincenzo.
Da vescovo a Papa
Fu l’ultima parte della vita di Montini dedicata al sacerdozio.Il 1° novembre 1954 fu nominato arcivescovo di Milano e consacrato il 12 dicembre; succedeva al cardinal Alfredo Ildefonso Schuster.
Nel Conclave che seguì la morte di Pio XII venne eletto il cardinal Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia, il quale assunse il nome di Giovanni XXIII. Nel suo primo Concistoro, il Papa creò cardinale monsignor Montini, primo della lista dei nuovi porporati; e il 15 dicembre 1958 gli impose la berretta cardinalizia
Giovanni XXIII morì il 3 giugno 1963. Nel successivo Conclave venne eletto, il 21 giugno 1963, il cardinal Montini, che assunse il nome di Paolo VI, prendendo il nome dell’Apostolo missionario. Fu incoronato il 30 giugno 1963.
TRATTO DA https://it.aleteia.org/2019/05/30/29-maggio-festa-ricorrenza-san-paolo-vi/
Gelsomino Del Guercio | Mag 30, 2019