Se preti e vescovi fanno appello alla Parola di Dio, per supportare la migrazione, stanno sbagliando ad interpretare la Bibbia. Così afferma il prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Secondo il cardinale della Curia, Robert Sarah, quanti hanno difeso la migrazione appellandosi a temi spiritualei, hanno agito sulla base di un’interpretazione errata del Vangelo. Coloro che fanno questo come vescovi o sacerdoti sono ossessionati da questioni politiche e sociali, ha detto il Prefetto della Congregazione per il Culto e l’Ordine dei Sacramenti in un’intervista al settimanale francese Valeurs Actuelles.
Sarah: la migrazione è una “nuova forma di schiavitù”
“È meglio aiutare le persone a prosperare nella propria cultura piuttosto che aiutarle a entrare in un’Europa completamente decadente”, ha detto Sarah . “È un’errata interpretazione della Bibbia invocare la Parola di Dio per aiutare la migrazione”. Dio non ha mai voluto questa grande sofferenza che ne deriva.
I migranti che arrivano in Europa verrebbero scaricati da qualche parte senza lavoro e dignità. “È questo che vuole la chiesa?”, Chiede il cardinale Sarah . La migrazione è una “nuova forma di schiavitù” che la Chiesa non dovrebbe sostenere. A causa dei bassi tassi di natalità, anche l’Occidente rischia di dissolversi. Se l’Europa – e con essa i valori inestimabili del vecchio continente – scomparisse, “l’Islam avanzerà e cambieremo completamente la nostra cultura, la nostra antropologia e i nostri concetti morali”.
Le persone consacrate hanno paura di proclamare l’insegnamento divino
Oggi, i sacerdoti, i vescovi e persino i cardinali hanno paura di proclamare l’insegnamento divino, ha affermato il cardinale africano . “Essi temono che se qualcuno disapprova le loro dichiarazioni possano essere considerati reazionari.” Di conseguenza, molti preferiscono rimanere completamente nel vago, in un modo impreciso di dire le cose, evitando così la critica, e abbracciano una stupida visione del mondo”.
Maximilian Lutz
die Tagenpost, aprile 2019
Io direi che ogni sacerdote vive in un contesto, e a questo si relaziona. Inoltre, oggi non esistono più le culture locali, nel senso che queste fanno parte mediaticamente di un sistema molto più grande: pertanto, chi proclama la parola di Dio dovrebbe essere consapevole del fatto che si scontra con la mega-macchina mediatica, oppure con un pontificato che su certi temi sta costruendo la propria identità. Chi parla, cioè, non parla solo al contesto in cui si esprime, ma si immette in un macro-gioco che deve in parte comunque sapere che c’è. Il problema è questo, non il contenuto delle dichiarazioni. È sconparsa la società nel senso che è la mega-macchina mediatica che la domina.
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La frase conclusiva del suo scritto è a mio parere sconvolgente. Se veramente la macchina mediatica avesse tolto alla società la sua anima, cioè la sua cultura locale, saremmo persi, del tutto spersonalizzati, privati della facoltà del pensiero. Io credo che sopra di noi il cielo vegli e ci aiuti, non credo vincerà la mega-macchina mediatica.
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L’ha ribloggato su PASSAPAROLADESSO.
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Sig.ra Roberti, pensa che la nostra società – a livello di valori – sopravviverebbe senza i mass-media? Non dico che siano inutili, ma essi hanno bypassato il senso critico e creato una “società parallela”. Ha mai pensato di mangiare in casa ad esempio con un quadro che le parla? Ci ha mai pensato?
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La migrazione è una “nuova forma di schiavitù” Oggi è vero….
ieri era diverso, c’era lavoro per tutti, la casa per tutti via via…..il rispetto per ogni cultura, anche religiosi, oggi si uccide .
La cosa migliore è restare ogni nella sua nazione, aiutare a casa loro.
Ma vedo che la politica non parla cosi. (certo eccetto la dove c’è guerra )
Grazie.
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Eminentissimo CARDINALE SARAH, sono un Perito della Congregazione del Culto Divino e Sacramenti, e leggendo il SUO MESSAGGIO mi sono commossa, è da tanto tempo che dico esattamente ciò che dice Lei inerentemente alla questione migranti.
Io credo che l’augurio migliore da fare sia quello di realizzare i propri programmi di vita, nel proprio Stato di Origine, salvo che si abbia una concreta offerta di lavoro dignitosa.
Nel corso dei miei studi, sia di DIRITTO CANONICO, sia di TEOLOGIA, ho avuto molti colleghi, Seminaristi e Sacerdoti che venivano da tutto il mondo, e si confidavano con me che avevano nostalgia di tornare nella propria Patria.
Quando abbiamo finito gli studi, ed abbiamo fatto una cena di saluto, io mi aspettavo che fossero dispiaciuti di andare via, mentre avevano un grande entusiasmo di tornare a casa loro e poter espletare la loro missione, convinti che era proprio ciò che desiderava da loro il BUON DIO: tornare in Patria e portare lì l’opera di crescita spirituale, culturale, e professionale ed economica.
Eminentissimo CARDINALE SARAH mi fa molto piacere leggerla e mantenere un dialogo epistolare con Lei.
Quando verrò in Congregazione, mi permetterò di chiedere se Lei è libero
per dedicarmi cinque minuti del Suo prezioso tempo, mi renderebbe veramente felice.
Con sincera stima, fiducia, in CRISTO e per CRISTO, fraternamente Mirella CECE.
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Eminentissimo CARDINALE SARAH, mi permetto di dire che concordo con lei che la grande migrazione non è una soluzione di emigrare, è normale che loro dopo sentono la mancanza delle loro origine.
E so bene di cosa parlo, visto che anche io ho sofferto molto di avere lasciato il mio paese d’origine, certo non per la guerra o miseria. Ma per avere seguito il mio marito che è d’origine Italiano ma nato e cresciuto in Francia, come me.
Non è stato per me una passeggiata, lasciare tutto, affetti , amici d’infanzia, i miei più tenere ricordi.
Per questo insisto di non emigrare.
Grazie leggo con piacere i suoi scritti.
Pace e bene.
marierose.
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Nessuno può far appello alle Scritture per supportare le attuali migrazioni… è piuttosto evidente che le migrazioni di cui parliamo sono causate dalla miseria e della violenza, dalla guerra e dal potere tirannico, oltre che dalle “strutture di peccato” bel visibile nelle tante forme dell’ingiustizia nel mondo.. i preti e i vescovi sanno bene che queste migrazioni non sono “volontà di Dio” e nessuno che abbia un minimo di acculturazione teologica potrebbe affermarlo senza dire sciocchezze. I preti e i vescovi intervengo invece nell’interpretare autenticamente la Parola di Dio e soprattutto il Vangelo di Gesù quando sostengono che i migranti (la cui sofferenza, emarginazione e schiavizzazione Dio non vuole e nemmeno i cristiani, nè da loro, nè da noi in Europa) vanno guardati con amore, con gli occhi della tenerezza di Dio, e secondo il comandamento di Gesù, per essere realmente cristiani… e vivere secondo il Vangelo.
D’altronde tutti dovrebbero riconoscere che la Chiesa cattolica è la più grande internazionale della carità che li ha aiutati a casa loro, li aiuta e li aiuterà… per un senso di giustizia oltre che di agape trinitaria (cfr Caritas in Veritate di Benedetto XVI).
+Antonio Staglianó, vescovo di Noto
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È vero è così importante ascoltare e meditar l’onnipotenza,di Dio la profondità, la lunghezza, l’altezza,dell’amore continuamente creatore di Dio.
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Condivido pienamente. Non facciamo letture ideologiche opere di solidarietà e di amore nella verità della storia.Grazie vescovo Antonio per il suo intervento
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Il mondo è diventato un sistema, materiale e meno spirituale, fa riflettere molto, ma con prudenza sapienziale con la grazia di Dio Padre per ogni uomo in Cristo.
Grazie.
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Questo grande uomo avrebbe dovuto essere Papa.
Francisco è mediocre come capo di stato e anche mediocre.
Parliamo la verità.
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La vera Carità è anche sapere accogliere, nella misura giusta, e non sfruttare, ma dare una possibilità dignitose. Il contrario diventa caotica.
Grazie.
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