
dati della Congregazione per la Dottrina della Fede
Il summit sulla pedofilia del clero cattolico voluto da papa Francesco dura quattro giorni. I capi dei vescovi ascoltano le drammatiche storie di alcune delle vittime degli orchi in tonaca. Fanno mea culpa. E propongono nuove linee guida per estirpare il fenomeno che sta distruggendo la credibilità della Chiesa.
Ebbene negli stessi quattro giorni, alla Congregazione per la dottrina della fede, arriveranno cinque nuove denunce “verosimili” contro altrettanti sacerdoti, accusati di abusi sessuali su minorenni.
Almeno a leggere i dati ufficiali, che qui diamo in anteprima, che evidenziano come il fenomeno non riguardi solo casi già noti e confinati al passato. Al contrario, la questione della pedofilia ha ancora oggi dimensioni gigantesche: da quando Bergoglio è diventato papa, nel marzo del 2013, fino al 31 dicembre del 2018 in Vaticano sono arrivate poco più di 2.200 nuove denunce dai vescovadi sparsi per il mondo. Si tratta in media di 1,2 nuovi casi al giorno.
Il trend è impressionante. Le accuse sono raddoppiate rispetto al quinquennio che va dal 2005 al 2009, quando i casi sfioravano – nonostante l’eco dello scandalo “Spotlight” svelato dai cronisti del Boston Globe nel 2001 – i 200 l’anno.
Dal 2010 in poi le accuse si sono moltiplicate. Un tendenza che potrebbe indicare una maggiore fiducia nella giustizia ecclesiastica da parte delle vittime, certo. Ma che racconta anche la persistenza e pervicacia del fenomeno, nonostante gli annunci sulla “tolleranza zero” lanciati ormai da 15 anni prima da Benedetto XVI poi da Bergoglio.
Nel 2017, si legge nel report dell’Ufficio disciplinare della Congregazione che ha il compito di aprire processi canonici contro le tonache che si sono macchiate di atti “contra sextum”, cioè di “delitti contro il sesto comandamento con minori”, sono arrivate a Roma ben 410 denunce “verosimili”. Dunque già vagliate e giudicate credibili dai vescovi in loco, che hanno l’obbligo – una volta verificate le accuse – di spedire il fascicolo in Vaticano.
Per la precisione, alla Congregazione per la dottrina della fede, dove gli “Officiali” dell’ufficio disciplinare guidati oggi dal cardinale Luis Ladaria lavorano la segnalazione, che può condurre a un’archiviazione o a un processo canonico contro il presunto molestatore.