Eutanasia, la proposta di legge sulla “dolce morte” arriva (finalmente) in Parlamento
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uasi duemila giorni dopo il deposito delle ormai oltre 130mila firme per la proposta di legge di iniziativa popolare sull’eutanasia legale, il 30 gennaio 2019 finalmente la Camera dei deputati inizierà la discussione. Nonostante l’estremo ritardo di questo tentativo di risposta all’ordinanza della Corte costituzionale sul caso Cappato/Dj Fabo, che ha concesso fino al 24 settembre 2019 per l’approvazione di una legge, il Parlamento ha ora l’opportunità di dare tutele alle persone che, in determinate situazioni, vogliono accedere all’aiuto al suicidio.
La proposta di legge sull’eutanasia legale
Di cosa parliamo? La proposta di legge di iniziativa popolare sull’eutanasia è ferma dal 2013 alla Camera. Tre mesi fa c’è stato il pronunciamento della Consulta, che ha dato undici mesi di tempo al Parlamento per colmare “i vuoti di tutela” nell’attuale normativa sul fine vita. In altre parole, la Corte Costituzionale ha chiesto a chiare lettere che il Parlamento intervenga sul suicidio assistito per colmare il vuoto legislativo e di tutela sui diritti delle persone malate. E ora, mercoledì prossimo, alla Camera prende il via l’esame del testo popolare, promosso dall’Associazione Luca Coscioni e dai Radicali italiani, che mira a riconoscere la “dolce morte” anche in Italia. La proposta di legge di iniziativa popolare è stata depositata alla Camera nella scorsa legislatura, esattamente il 13 settembre del 2013. E inizierà il suo iter nelle commissioni Giustizia e Affari sociali di Montecitorio. Beninteso: si tratta solo dei primi passi, e il cammino sarà lungo, spiegano sia la presidente della commissione Giustizia, Giulia Sarti (M5s), che i due relatori, il leghista Roberto Turri e il pentastellato Giorgio Trizzino.
Eutanasia, la proposta di legge sulla “dolce morte” arriva (finalmente) in Parlamento
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Cosa prevede il testo sull’eutanasia
“Ogni persona può redigere un atto scritto, con firma autenticata dall’ufficiale di anagrafe del comune di residenza o domicilio, con il quale chiede l’applicazione dell’eutanasia”. E’ questo il cuore della proposta di legge di iniziativa popolare. La pdl fissa dei paletti precisi affinché sia riconosciuto il diritto al ‘fine vita’. Va sottolineato, tuttavia, che la prima parte della proposta ricalca le norme contenute nel testamento biologico, divenuto legge nel 2017, e di conseguenza, già riconosciute dall’ordinamento. Saranno quindi inevitabili delle modifiche per ‘aggiornare’ il testo. Come spiegato dall’Agi, nel dettaglio la proposta di legge sul “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia” è composta di 4 articoli, e dispone che “ogni cittadino può rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonché ogni tipo di trattamento di sostegno vitale o di terapia nutrizionale.
L’ha ribloggato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
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Nessun dubbio. .ma io non ci sto…Questa legge è diabolica…
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