Marco Tosatti
Dopo l’importante inchiesta di Der Spiegel sul Pontefice , intitolata “Non dire falsa testimonianza”, anche un altro giornale tedesco, che certamente neanche il più forsennato bergoglista potrebbe giudicare di area conservatrice, l’ “Herder Korrespondenz” si occupa del vertice della Chiesa, dei suoi personaggi discutibili e delle sue ambiguità-
Benjamin Leven, un noto teologo ed editore tedesco racconta in un saggio come, in base alle sue fonti vaticane è stato il card. Francesco Coccopalmerio, uno degli uomini più fidati di papa Bergoglio, che alla Congregazione per la Dottrina della Fede ha promosso un atteggiamento di indulgenza nei confronti dei sacerdoti responsabili di abusi sessuali. Grazie alla traduzione in inglese di Maike Hickson siamo in grado di offrire ai lettori di Stilum Curiae queste notizie, certamente interessanti vista la fonte e il mezzo di comunicazione. Coccopalmerio secondo alcuni avrebbe interceduto presso il Pontefice a favore di don Mauro Inzoli, il sacerdote di CL condannato per abusi sessuali, e che era stato reintegrato nelle sue capacità ministeriali.
Coccopalmerio è stato presidente del Consiglio Pontificio per i Testi Legislativi fino all’aprile 2018. Nel 2010 è stato nominato membro della Congregazione per la Dottrina della Fede. Papa Francesco lo ha nominato nel 2015 membro di un nuovo organismo della Congregazione che esamina gli appelli dei sacerdoti accusati di abusi. Secondo la testimonianza dell’arcivescovo Viganò Coccopalmerio fa parte della corrente filo-gay in Vaticano.
L’autore del saggio di Herder Korrespondenz, Benjamin Leven, vive a Roma, e ha contatti molto stretti in Vaticano. Il suo saggio si intitola “Francesco e l’Abuso. Il Segreto papale” discute il problema degli abusi, e il ruolo del papa. Leven racconta del party omosessuale innaffiato di droga che ha avuto luogo nell’appartamento del palazzo della Congregazione della Fede occupato da mons. Luigi Capozzi, segretario di Coccopalmerio. Leven conferma la notizia secondo cui Capozzi ha ottenuto l’appartamento “che era destinato ad un’altra persona” grazie all’intervento del Pontefice. Aggiunge che “gli avvertimenti dati sono stati ignorati” dal papa, addirittura “si stava pianificando l’elevazione di Capozzi al ruolo di vescovo”.
Leven ricorda che Coccopalmerio “generalmente ha parlato contro la laicizzazione di un prete come punizione”, perché si sarebbe trattato dell’equivalente di “una condanna a morte”. Una posizione che il cardinale ha mantenuto, e infatti, scrive Leven, “ha regolarmente proposto pene lievi” per gli abusatori alla Congregazione. Leven con questa affermazione rivela che potrebbe essere stato proprio Coccopalmerio che si è opposto al card. Müller nella sua linea dura contro gli abusi sessuali, quando l’ex prefetto ha rivelato che c’erano “persone di fiducia del papa” che pensavano che Müller avesse “mancanza di misericordia” nel trattare i responsabili di abusi. Solo il 20 per cento dei colpevoli è stato laicizzato, “ma anche questo era troppo per alcuni uomini di fiducia del Papa (Papsteinflüsterer)”.
Leven racconta che la Congregazione ha perso, per intervento del Pontefice, diversi preti che lavoravano nella sezione disciplinare responsabile dei casi di abusi. “Queste posizioni non sono ancora state rimpiazzate”. E en passant ricordiamo che questi licenziamenti arbitrari , per cui Müller protestò, hanno dato occasione al Pontefice di dire pubblicamente una menzogna, davanti ai giornalisti, come potete leggere qui.
Ma il ruolo ambiguo del Pontefice in tema di abusi non si ferma qui. Leven rivela che è stato papa Francesco stesso che ha fermato il piano “per stabilire un tribunale criminale permanente per i vescovi” implicati in casi di abusi sessuali. La Congregazione della Fede non ha giurisdizione sui vescovi, “qui, il Papa in persona è il giudice”. Secondo Leven il Pontefice ha abbandonato il piano di un tribunale per i vescovi. L’autore conclude che “Così, sembra esserci un’immagine ambivalente: il Papa affronta il problema, è in grado di intervenire, e incontra le vittime di abusi. Allo stesso tempo guarda da un’altra parte in casi individuali e dimostra di essere impermeabile ai consigli”.
In un’altra parte del saggio, Leven scrive che le fonti vaticane gli hanno detto che la testimonianza di Viganò è vera, ma anche “le cose in realtà sono anche peggiori”. Ci sono molte persone in Vaticano che non amano l’andazzo attuale, e se qualcuno di essi decidesse di parlare “non resterebbe pietra su pietra”. Il saggio si conclude con una domanda drammatica: “La gerarchia cattolica avrà la forza di purificarsi?”.