11 febbraio 2013 – 2018 – CINQUE ANNI SUL MONTE – BENEDETTO XVI: LA BARCA DI PIETRO IN MEZZO ALLA TEMPESTA (SECONDA PARTE)

Dal libro, così come dalla realtà, emerge l’enorme sensibilità, umiltà, umanità della persona Ratzinger. È possibile pensare che la sua personalità abbia avuto difficoltà nella pratica del governo sia in diocesi che in Vaticano? È questo il motivo per cui appena eletto Pontefice, disse “pregate per me perché non fugga intimorito davanti ai lupi”? 
Quando, nel 1977, si iniziarono a rincorrere le voci riguardo alla sua nomina a vescovo, Ratzinger non diede loro il minimo peso. “Mi sentivo chiamato a una vita di studioso e non avevo mai avuto in mente niente di diverso”, racconterà vent’anni dopo nella sua autobiografia. Di lui si può veramente dire che non ha mai cercato incarichi di potere o di prestigio, ma ha sempre accolto le nomine alle quali è stato chiamato in spirito di obbedienza, nel cuore della Chiesa.
Ratzinger è un uomo di pensiero, che continuamente riflette sulla situazione della sua vita, analizza il contesto ecclesiale, culturale e sociopolitico nel quale è immerso, si interroga, lo rapporta a se stesso. È un uomo consapevole dei suoi limiti, ma al contempo animato da una fede profonda, che vive nell’abbandono fiducioso a quella che riconosce essere la volontà del Signore nella certezza che, se Dio dà un peso, dà anche la forza per sostenerlo, considerandosi, secondo l’espressione di sant’Agostino, una “bestia da soma” che deve svolgere il suo servizio.
“Il governo pratico non è il mio forte e questa è certo una debolezza – ragionerà da Papa emerito, nelle ‘Ultime conversazioni’ –. Ma non riesco a vedermi come un fallito”.
Certo è che Benedetto XVI ha dovuto affrontare problemi enormi, contrasti di potere interni, governo del Vaticano, trasparenza dello Ior, scandali con prelati coinvolti in pratiche di pedofilia, sottrazione di documenti riservati. Quali le ragioni ultime del tradimento del suo maggiordomo Paolo Gabriele e di coloro che lo proteggevano in Curia? 
Questo rimane un grande mistero… Di certo, il comportamento del maggiordomo, che ha reso pubblici documenti riservati che si trovavano sulla scrivania del Pontefice, oltre che un grave tradimento della sua fiducia, a me sembra un palese fraintendimento del proprio ruolo, anche privilegiato, di servizio al Santo Padre, che richiede rispetto e assoluta discrezione.
Può spiegarci l’enorme novità nella storia della Chiesa, del Papa emerito che rimane nel recinto di Pietro?
È la novità di un uomo che è stato Papa e che, attraverso la meditazione e la preghiera, in questa fase ritirata della sua vita, trascorsa quasi come un monaco presso il monastero Mater Ecclesiae in Vaticano dove oggi dimora, continua a invocare i favori celesti per la Chiesa, sul suo successore Papa Francesco, per ogni uomo e per il mondo intero.
Mi colpisce molto l’impressionante paragone con sant’Agostino, suo maestro e modello di vita. Il prof. Ratzinger avrebbe desiderato dedicare la sua vita allo studio e all’insegnamento della teologia. Ma, come Agostino, che dovette abbandonare un’esistenza dedita alla contemplazione imparando a comunicare la sua fede alla gente semplice, anche Joseph Ratzinger è passato da una vita impostata sull’indagine teologica a un’esistenza totalmente donata a Cristo e spesa per gli altri. La sua vocazione quasi monastica è stata infatti chiamata ad affrontare la ribalta mondiale, prima come arcivescovo di Monaco, poi come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede accanto a Giovanni Paolo II, e infine come Papa. Forse, il suo desiderio si sta in parte realizzando adesso, in questa fase conclusiva della sua vita: ogni giorno si approfondiscono la sua ricerca e il suo dialogo con Dio, mentre serenamente si prepara all’incontro definitivo con Lui.
Interessantissimo l’ultimo capitolo del libro dedicato al rapporto tra Ratzinger e Bergoglio. Cosa può dirci in proposito?
In un periodo storico tormentato da guerre, divisioni e violenze, loro costituiscono un esempio di fraternità episcopale ma anche un modello splendido di amicizia, di fraternità per ogni uomo. Per Papa Francesco, Papa Benedetto è il “nonno saggio in casa”, mentre il Papa emerito è colpito dall’entusiasmo, dall’allegria, dalla gioia della fede trasmessa da Papa Francesco.
La vita della Chiesa è come un fiume, che si arricchisce dei doni e dei carismi di ogni fedele, dei pastori del popolo cristiano e naturalmente dei Sommi Pontefici. Cambiano il percorso di vita e le caratteristiche di chi è chiamato a svolgere il ministero petrino ma, pur nella diversità dei carismi, il Papa ha il dovere di guida della Chiesa universale e ne rappresenta l’unità visibile. Una Chiesa plurale che ha molti volti, ma che deve far sempre conoscere e risplendere il volto di Cristo.
Intervista a cura di Antonio Gaspari a Luca Caruso, coautore insieme a Giuseppina Bonanno del libro “Joseph Ratzinger Benedetto XVI – Immagini di una vita” (Edizioni San Paolo, 2017). 3 FEB 18

Un pensiero su “11 febbraio 2013 – 2018 – CINQUE ANNI SUL MONTE – BENEDETTO XVI: LA BARCA DI PIETRO IN MEZZO ALLA TEMPESTA (SECONDA PARTE)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...