DUE CHIESE
In Cina la Chiesa Cattolica fu messa fuori legge con l’arrivo dei comunisti al potere, nel 1949. E il 2 agosto del 1957 il regime promosse la nascita di una Associazione patriottica cattolica cinese con una gerarchia di vescovi nominati dal governo e non più in comunione con Roma. Se nei periodi peggiori della Rivoluzione Culturale anche i cattolici «patriottici» furono perseguitati come gli altri, più di recente nei confronti della «chiesa sotterranea» rimasta fedele a Roma c’è stata una certa tolleranza di fatto. Solo a Hong Kong e Macao, però, per via del principio «un Paese due sistemi» con cui avvenne la «restituzione» da parte di Londra e Lisbona, la gerarchia fedele a Roma è riconosciuta. Ciò malgrado il rapporto di forza tra «sotterranei» e «patriottici» sia di almeno quattro a uno in favore dei primi: almeno 16 milioni di fedeli contro 4. A parte ciò, c’è la mancanza di relazioni diplomatiche, con la Santa Sede che continua a riconoscere Taiwan.
In base all’accordo, ha detto la fonte a Reuters, il Vaticano avrebbe voce in capitolo nei negoziati per la nomina dei futuri vescovi. «Non è un grande accordo ma non sappiamo quale sarà la situazione tra 10 o 20 anni. Potrebbe essere anche peggio», ammette la fonte. «Dopo saremo ancora come un uccello in gabbia, ma la gabbia sarà più grande». «Non è facile. Le sofferenze continueranno. Dovremo combattere per aumentare anche di un centimetro le dimensioni della gabbia».
SCONTENTO
Non è insomma un tono particolarmente trionfale: ma vengono respinte le accuse del vescovo emerito di Hong Kong cardinale Joseph Zen, che appunto in una lettera aperta sul suo blog, immediatamente rilanciata dall’agenzia Asia News aveva commentato la precedente decisione della Santa Sede di chiedere ai vescovi «sotterranei» di Shantou e Mindong di dimettersi a favore di due vescovi «patriottici» – e proprio mentre «il governo comunista sta producendo nuovi e più aspri regolamenti limitando la libertà religiosa» – come «svendita al regime» e «accordo fra san Giuseppe e il re Erode». Alla lettera di Zen era seguita una forte presa di posizione del portavoce della Sala Stampa vaticana Greg Burke: «Il Papa è in costante contatto con la Segreteria di Stato sulle questioni cinesi, e viene informato in maniera fedele e particolareggiata. Desta sorpresa e rammarico, pertanto, che si affermi il contrario da parte di persone di Chiesa e si alimentino così confusione e polemiche».
di Maurizio Stefanin
tratto da libero, quotidiano.it 3 febbraio 2018
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13305510/vaticano-papa-francesco-resa-cinesi-tradizionalisti-santa-sede.html