Che Papa Francesco abbia parecchi nemici, soprattutto in Vaticano, non è certo un mistero. E la serie di “dimissioni” e teste cadute nelle ultime settimane sta lì a testimoniarlo: dopo quattro anni di Pontificato, la Santa Sede non è ancora “cosa” di Bergoglio. Abilissimo nella comunicazione, Francesco non riesce però a governare nel suo “regno”. Come sottolinea Massimo Franco sul Corriere della Sera, emerge “un metodo che mostra limiti evidenti; e trasforma le migliori intenzioni di riforma in potenziali boomerang”.
Dunque, nell’ordine, si elencano i vari “epurati”: dal revisore generale dei conti, Libero Milione, liquidato tre anni prima del termine del mandato, fino al mentore, George Pell, costretto a lasciare il ministero dell’Economia del Vaticano per volare in Australia a difendersi in un processo per abusi sessuali. Per ultimo Gerhard Ludwig Müller, il custode dell’ortodossia, non rinnovato nell’incarico dopo cinque anni. E l’ultimo problema, per Francesco, arriva proprio dalla scelta del successore di Müller: Luis Francisco Ladria Ferrer, spagnolo, un fedelissimo.
Già, perché Ferrer è sfiorato dall’ombra di non aver denunciato, in passato, un sacerdote pedofilo. Una notizia recente, che però non è stata ricordata o considerata dal Pontefice nel momento della nomina. Muller, da par suo, ha negato attriti con Francesco e ha scelto di restare a Roma. Ma ora, come spiega un cardinale sotto anonimato, “può diventare la bandiera degli oppositori al Papa. È già il punto di riferimento degli episcopati dell’Europa dell’Est, dell’Africa e di parte del Nord America, in prevalenza conservatori”.
Un arma in più per i nemici del Pontefice, che ormai da anni lo accusano di avere un’agenda troppo sbilanciata sul piano sociale a favore dei poveri, verso il dialogo con la modernità e verso gli immigrati. Ma non è tutto. Sempre il Corriere dà conto di una voce che circola in Vaticano, su un dossier anonimo su persone vicine al Pontefice. E ancora, su alcuni siti conservatori si leggono storie piuttosto romanzate su personaggi legati al mondo degli aiuti della Cei nel terzo mondo ed entrati in contatto con Bergoglio quando era vescovo in Argentina. Una grossa quantità di veleni e illazioni che danno la cifra della situazione: in Vaticano è guerra, è lotta interna feroce e determinata.
Il punto è che dopo il “congedo” di Pell e le dimissioni di Milione, sono entrati in crisi i capisaldi del modello-Francesco, ovvero la spinta riformista su cui tanto ha insistito. La “vecchia guardia” vaticana conservatrice prende piede dopo anni in cui era stata spinta ai margini. E a dimostrare in modo plastico le difficoltà che attraversa il Pontefice, c’è l’ultima rivelazione del Corriere. Per certo, almeno da un punto di vista simbolico, la più importante: nel ristorante a Casa Santa Marta, la residenza del Papa dentro alle mura del Vaticano, qualcosa è cambiato. Il tavolo di Francesco, infatti, non si trova più al centro del locale. Ora è in un angolo: Bergoglio mangia con pochi, selezionatissimi, cmmensali. E dà le spalle al resto della sala.
tratto da libero : quotidiano .it
5 luglio 2017