RUBATA URNA CONTENENTE IL CERVELLO DI DON BOSCO AD ASTI 


La scoperta all’ora di chiusura della basilica salesiana di Castelnuovo don Bosco. Il rettore: “Non si può rubare un santo ai fedeli”
 L’urna contenente il cervello di San Giovanni Bosco è stata rubata n dalla Basilica di Colle Don Bosco, nell’Astigiano.. La reliquia si trovava dietro l’altare maggiore, nella parte inferiore della basilica costruita nei luoghi natii del fondatore della congregazione salesiana cui non risultano, in passato, altri furti o tentativi di sottrarre reliquie del santo la cui opera a favore della gioventù è presente in 90 Paesi del mondo con 1600 istituti. Gli ultimi ad aver visto al suo posto l’ampolla contenente la reliquia è un gruppo di pellegrini provenienti della Lombardia, che hanno visitato la Basilica intorno alle 19. I salesiani si sono accorti del furto al momento di chiudere la chiesa e hanno subito chiamato i carabinieri. Davanti alla teca è stato subito messo un cartello: “vetrina in allestimento”.
Commenta Don Ezio Orsini, rettore della Basilica di Castelnuovo ” Siamo molto addolorati ma anche sicuri che si possa trafugare una sua reliquia ma non si possa rubare don Bosco a noi e ai tanti pellegrini che ogni giorno visitano questi luoghi .Confidiamo che don Bosco possa toccare il cuore di chi ha compiuto tale gesto e farlo ritornare sui suoi passi così come era capace di trasformare la vita dei giovani che incontrava”. Il rettore spiga poi che” sul furto della reliquia co “non verranno, al momento, fornite ulteriori indicazioni al fine di non ostacolare le indagini che sono in corso”.

Cauto il sindaco di Castelnuovo don Bosco, Giorgio Musso: “Ho sentito il rettore . C’è un’indagine in corso, aspettiamo”. “Una cosa di questo genere non era mai accaduta ma, visti i tempi che corrono, c’è da aspettarsi veramente di tutto”
Colle don Bosco è la collina che sorge in borgata Becchi, frazione Morialdo del comune di Castelnuovo (, dove San Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815. La basilica è stata consacrata nel 1984. Le reliquie del Santo sono collocate dietro l’altare della Chiesa inferiore, a indicare il luogo di nascita del fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

di ERICA DI BLASI 

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Don Bosco e la profezia delle due colonne.

Il 30 Maggio, era l’anniversario di quando S. Giovanni Bosco, nel 1862, ricevette una profezia, in sogno, che ha fatto pensare molta gente.

A differenza delle profezie di Malachia questa profezia o sogno apparve davvero a Don Bosco. 

IL SOGNO PROFEZIA DI DON BOSCO 
In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa scritta: Auxilium Christianorum (Aiuto dei cristiani); sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta un’Ostia di grandezza proporzionata alla colonna e sotto un altro cartello con le parole: Salus credentium (Salvezza dei credenti).
Il comandante supremo sulla gran nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il furore dei nemici e la situazione critica nella quale si trovano i suoi fedeli pensa di convocare intorno a sé i Piloti delle navi secondarie (cioè i vescovi) per tener consiglio e decidere sul da farsi. Tutti i Piloti salgono e si radunano intorno al Papa. Tengono concilio, ma infuriando il vento sempre di più e la tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi.
Fattasi un po’ di bonaccia, il Papa raduna per la seconda volta intorno a sé i Piloti, mentre la nave ammiraglia prosegue la sua rotta. Ma la burrasca ritorna spaventosa.Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in mezzo alle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono molte ancore e grossi ganci attaccati a catene.
Le navi nemiche scattano tutte ad assalirla e tentano in ogni modo di arrestarla e farla sommergere. Le une con gli scritti, coi libri, con materie incendiarie di cui sono ripiene e che cercano di scaraventarle a bordo; le altre coi cannoni, coi fucili e coi rostri: il combattimento diventa sempre più accanito. Le prore nemiche l’urtano violentemente; ma inutili risultano i loro sforzi e il loro attacco. Invano ritentano la prova; sciupano ogni loro fatica e munizione; la grande nave ammiraglia procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta nei suoi fianchi larga e profonda fessura; ma non appena è avvenuto il guasto, spira un Soffio dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano. Scoppiano intanto i cannoni degli assalitori, si spezzano i fucili, ogni altra arma e i rostri; si sconquassano molte navi e sprofondano nel mare. Allora i nemici furibondi iniziano a combattere ad armi corte, cioè a distanza ravvicinata: con le mani, coi pugni, con le bestemmie e con le maledizioni. 
Quand’ecco che il Papa, colpito gravemente, cade. Subito coloro che stanno insieme con lui corrono ad aiutarlo e lo rialzano. Il Papa è colpito la seconda volta, cade di nuovo e muore. Un grido di vittoria e di giubilo si alza dai nemici; sulle loro navi dilaga un indicibile tripudio. Ma appena morto il Pontefice, un altro Papa sottentra al suo posto. I Piloti radunati lo hanno eletto così rapidamente, che la notizia della morte del Papa giunge con quella dell’elezione del successore. Gli avversari incominciano a perdersi di coraggio.
Il nuovo Papa sbaragliando e superando ogni ostacolo, guida la nave sino alle due colonne e, giunto in mezzo ad esse, la lega con una catena che pendeva dalla prora a un’àncora della colonna su cui sta l’Ostia; e con un’altra catena che pendeva a poppa, la lega dalla parte opposta a un’altra àncora appesa alla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata.
Allora succede un gran rivolgimento. Tutte le navi che fino a quel momento avevano combattuto contro la nave ammiraglia su cui sedeva il Papa, fuggono, si disperdono, si urtano e si fracassano a vicenda. Le une affondano e cercano di affondare le altre. Alcune navicelle che hanno combattuto valorosamente insieme col Papa vengono con le prime a legarsi a quelle colonne. 
Molte altre navi che, ritiratesi per timore della battaglia si trovano in gran lontananza, stanno prudentemente osservando, finché dileguati nei gorghi del mare i rottami di tutte le navi disfatte, a gran lena vogano alla volta di quelle due colonne, dove arrivate si attaccano ai ganci pendenti e lì rimangono tranquille e sicure, insieme con la nave ammiraglia su cui sta il Papa. Nel mare regna una gran calma, una calma sovrana. 

http://www.cattoliciromani.com/40-ecumenismo-e-dialogo/26466-don-bosco-e-la-profezia-delle-due-colonne

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