“Il cielo si ammantò di nera caligine, scoppiando i fulmini più tremendi, dove incenerivano, dove bruciavano; la terra, non meno che il cielo, era sconvolta. I terremoti più orribili, le voragini più rovinose facevano le ultime stragi sopra la terra. In questa guisa furono separati i buoni cattolici dai falsi cristiani. Molti di quelli che negavano Dio lo confessavano e lo riconoscevano per quel Dio che egli è. Tutti lo stimavano, lo adoravano, lo amavano. Tutti osservavano la sua santa legge. Tutti i religiosi e religiose si sistemavano nella vera osservanza delle loro regole. Il clero secolare era l’edificazione della santa Chiesa. Nelle religioni fiorivano uomini di molta santità e dottrina, e di vita molto austera. Tutto il mondo era in pace.”
Elisabetta Canori nacque a Roma il 21 novembre 1774 in una famiglia agiata e molto devota. I coniugi Canori ebbero dodici figli, sei dei quali morirono nei primi anni di vita. A causa di sopravvenuti problemi economici, il padre di Elisabetta si trovò costretto a ricorrere all’aiuto di un fratello che si fece carico delle nipoti Elisabetta e Benedetta. Questo, qualche tempo dopo, deciderà di affidare le nipoti alle Suore Agostiniane del monastero di S. Rita da Cascia.
Il 10 gennaio 1796 Elisabetta sposò Cristoforo Mora, un giovane avvocato colto ed educato. Ma dopo alcuni mesi Cristoforo, irretito da un’altra donna, tradisce la moglie e si abbrutisce fino al punto di sottoporla a violenze di ogni genere. Inoltre trascura il suo lavoro e finisce per ridurre la famiglia sul lastrico. Ma nonostante tutto Elisabetta rifiutò sempre di prendere anche solo in considerazione di separarsi dal marito, come qualcuno le consigliava, ma anzi continuò ad amare Cristoforo, a sostenerlo, a perdonarlo, sperando sempre e pregando per una sua conversione.
Nel 1799 nacque la figlia Marianna e nel 1801 Maria Lucina. Elisabetta per sostenere la famiglia fu costretta a guadagnarsi da vivere lavorando. Ma nello stesso tempo riusciva ad occuparsi con amorevole dedizione delle figlie e della cura quotidiana della casa, dedicando contemporaneamente molto spazio alla preghiera, al servizio dei poveri e all’assistenza degli ammalati. La gente si rivolgeva a lei per chiederle consiglio spirituale, conforto e preghiere. Col passare del tempo non solo i suoi vicini ma la gente di ogni parte di Roma iniziò a chiamarla “la santa”; si era ormai diffusa la voce delle sue straordinarie esperienze mistiche e facoltà taumaturgiche. Questa grande popolarità però non influì sul suo stile di vita povero, improntato ad una grande umiltà e ad un generoso spirito di servizio ai poveri e ai lontani da Dio. Più tardi aderì all’ordine dei Trinitari.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita nella malattia, sostenuta dal grande amore per Gesù Crocifisso. Il Signore la ripagò con innumerevoli grazie e doni mistici. Ricevette anche le piaghe di Cristo, le stigmate.
Morì a Roma il 5 febbraio 1825, e venne sepolta nella Chiesa di San Carlino.
Prima della sua morte predisse la conversione del marito. Ebbe ragione, Cristoforo abbracciò la Fede e divenne prima frate minore, poi sacerdote nell’Ordine dei Francescani.
Fu proclamata Venerabile nel 1928 e il 24 aprile 1994 venne beatificata da Papa Giovanni Paolo II.
Fonte : Profezie per il Terzo Millennio