ALBINO LUCIANI RACCONTA IL SUO INCONTRO CON SUOR LUCIA A FATIMA NEL LUGLIO 1977…. UN ANNO PRIMA DEI SUOI 33 GIORNI DI PONTIFICATO

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Luglio 1977. Un inedito Cardinal Luciani a Fatima e mentre celebra nel Monastero di Coimbra poco prima di incontrare Suor Lucia.

Riportiamo ora il ricordo scritto da Albino Luciani sul suo incontro con la veggente di Fatima. Lasciamo alle parole di Albino Luciani, in una relazione pubblicata su Gente Veneta  il 23 luglio 1977:

 

«Lunedì 11 luglio ho concelebrato con alcuni sacerdoti di Venezia e del Veneto nella Chiesa delle carmelitane di Coimbra, città portoghese di circa centomila abitanti. Subito dopo da solo (i cardinali possono entrare in clausura) ho incontrato la comunità intera delle monache (ventidue tra professe e novizie); in seguito ho parlato a lungo con suor Lucia dos Santos, l’unica superstite dei tre veggenti di Fatima. Suor Lucia ha settant’anni, ma li porta bene: di questo m’ha assicurato, sorridendo, lei stessa. Non ha soggiunto come Pio IX: “Li porto troppo bene, che non me ne casca di dosso neppure uno”, ma la giovialità, il parlare spedito, l’interesse appassionato che, parlando, rivela per tutto quel che riguarda la Chiesa d’oggi con i suoi problemi acuti, mostrano in lei giovinezza spirituale. Il portoghese io lo capisco approssimativamente per esser stato – previo studio molto sommario – un paio di settimane in Brasile; fossi stato completamente digiuno di quella lingua, avrei capito lo stesso la piccola monaca, che insisteva con me sulla necessità di avere oggi cristiani e specialmente seminaristi, novizi e novizie decisi sul serio a essere di Dio senza riserve. Con tanta energia e convinzione m’ha parlato di freiras, padres e cristãos a firme cabeça (suore, preti e cristiani dalla testa ferma). Radicale come i santi: out odo ou nada, o tutto o niente, se si vuol essere di Dio sul serio. Delle apparizioni suor Lucia non m’ha parlato. Io le ho chiesto solo qualcosa sulla famosa “danza del sole”. Non l’ha vista. Settantamila persone per dieci minuti di seguito il 13 ottobre 1917 hanno visto il sole colorarsi di vari colori, roteare intorno a se stesso tre volte e poi scendere velocissimamente verso la terra. Lucia, con i due compagni, nello stesso tempo vedeva, invece, vicino al sole fermo, la Sacra Famiglia, poi, in quadri successivi, la Vergine come Addolorata e come Madonna del Carmine.

A questo punto qualcuno chiederà: un cardinale s’interessa di rivelazioni private? Non sa egli che il Vangelo contiene tutto? Che le rivelazioni anche approvate non sono articoli di fede? Lo so benissimo. Ma articolo di fede, contenuto nel Vangelo, è anche quest’altro: che “questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono”.

Se oggi è diventato talmente di moda “scrutare i segni dei tempi”, che assistiamo a una inflazione e piaga di “segni”, credo sia lecito riferirsi (con fede umana) al segno del 13 ottobre 1917 attestato perfino da anticlericali e increduli. E, dietro il segno, è opportuno badare alle cose sottolineate da quel segno. Quali?

Primo: pentirsi dei propri peccati, evitare di offendere ancora il Signore.

Secondo: pregare. La preghiera è mezzo di comunicazione con Dio, ma i mezzi di comunicazione tra gli uomini (tv, radio, cinema, stampa) oggi prevalgono sfacciatamente e sembrano voler far fuori la preghiera del tutto: ceci tuera cela (questo ucciderà quello) è stato detto; pare si verifichi. Non sono io, ma Karl Rahner, che ha scritto: “E’ in atto anche all’interno della Chiesa un impegno esclusivo dell’uomo per le realtà temporali, che non è più una scelta legittima, ma apostasia e caduta totale della fede”.

Terzo: recitare il santo Rosario. Naaman siro, gran generale, disdegnava il semplice bagno nel Giordano suggerito da Eliseo. Qualcuno fa come Naaman: “Sono un gran teologo, un cristiano maturo, che respira Bibbia a pieni polmoni e suda liturgia da tutti i pori, e mi si propone il Rosario?”. Eppure, anche i quindici misteri del Rosario sono Bibbia, e anche il Pater e l’Ave Maria e il Gloria, Bibbia unita a preghiera, che fa bene all’anima. Una Bibbia studiata per puro amore di ricerca potrebbe gonfiare l’anima di superbia e inaridirla: non è raro il caso di biblisti che hanno perso la fede.

Quarto: l’inferno esiste, vi si può cadere dentro. A Fatima la Madonna ha insegnato questa preghiera: “Gesù, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno, portate in Cielo tutte le anime”. A questo mondo ci sono cose importanti, ma nessuna più importante che meritare il Paradiso con una vita buona. Non è Fatima a dirlo, ma il Vangelo: “Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?”.

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