LA SANTA VERGINE A BRUNO CORNACCHIOLA :”Molti dei miei figli Sacerdoti si spoglieranno nello spirito, internamente, e nel corpo, esternamente, cioè gettando i segni esterni sacerdotali. Le eresie aumenteranno. Gli errori entreranno nel cuore dei figli della Chiesa. Vi saranno confusioni spirituali, vi saranno confusioni dottrinali, vi saranno scandali, vi saranno lotte nella stessa Chiesa, interne ed esterne. Pregate e fate penitenza. Amatevi e perdonatevi. Questa è l’azione vera, lucente, piena di Carità. E’ la più bella penitenza. La più efficace penitenza è l’Amore”. OGGI NELL’ANNIVERSARIO DELLA SUA APPARIZIONE ALLE TRE FONTANE…

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Madonna della Rivelazione nel Santuario delle Tre Fontane

La Madonna nel 1937 aveva informato la serva di Dio Luigina Sinapi delle future apparizioni alle Tre Fontane. La donna entrò all’interno della caverna e vi scorse la Vergine piangente con gli occhi bassi; stupita si guardò intorno e, in un angolo, trovò i resti di un feto, quasi certamente abortito e gettato in quel luogo oscuro, lontano da occhi indiscreti. Luigina, dopo aver dato sepoltura a quelle povere ossa, si accorse che la Madonna la guardava teneramente per il gesto di carità e di amore compiuto; in seguito la Vergine disse: “Io ritornerò in questo luogo per convertire un uomo, che oggi lotta acerbamente contro la Chiesa di Cristo e vuole assassinare il Santo Padre (…). Va’ adesso a San Pietro, là troverai una religiosa che ti farà conoscere suo fratello, che è un cardinale. A lui devi portare il messaggio. Da questo luogo insedierò a Roma il trono della mia glorificazione. Dovrai dire al cardinale che presto sarà il nuovo Papa”.

La Sinapi andò alla ricerca della donna, descritta dalla Vergine anche nell’aspetto fisico, e la trovò a San Pietro, trattandosi della sorella del cardinale Eugenio Pacelli. La mistica parlò con il cardinale, che allora ascoltò con un certo distacco le parole di quella donna semplice, ma animata da una fede profondissima; dieci anni dopo, però, Eugenio Pacelli salì al soglio pontificio con il nome di Pio XII!

Forse anche in ragione della profezia mariana, il nuovo Papa ebbe nei confronti delle apparizioni delle Tre Fontane un atteggiamento di particolare disponibilità, dimostrandosi sempre più convinto della loro autenticità. Ma tra le parole, che la veggente romana aveva udito dalla Madonna, c’era anche l’annuncio della straordinaria conversione di un anticattolico e della sua totale partecipazione all’esperienza mistica proposta da Maria, un fatto che avrebbe consolidato il culto della Vergine delle Tre Fontane.

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Luigina Sinapi nella foto

“Ora vai in san Pietro, lì troverai la sorella del Card. Pacelli. Porta a lui il mio messaggio. Da questo luogo stabilirò in Roma il trono della mia gloria”
II 12 aprile 1937, dieci anni prima dell’apparizione alle Tre Fontane a Cornacchiola, la Vergine appare a Roma nel medesimo luogo ad una giovane carismatica, Luigina Sinapi. II fatto è ormai noto. In quella primavera del 1937 Maria emerge con le Sue forme divine dal fondo della grotta, quasi dal grembo della terra. Proprio come a Lourdes, dove La “Bella Signora” si fa vedere da Bernadette Subirous, apparendo nel cavo della rupe solitaria di Massabielle, in una cornice di pietra dove vegetano pochi arbusti, una rosa. Alla periferia di Roma, nella grotta delle Tre Fontane, gli occhi della Vergine si posano soavi e tristi sui miseri resti di un aborto, celati nel cuore della terra.
Si ricrea in quell’occasione il rapporto misterioso e sublime che c’è tra la sostanza cosmica e la Madre di Dio: come Sole dalla terra, il Frutto divino sorge dal Suo Grembo, dalle viscere sante del Suo Corpo. Tra quella di Lourdes e questa, c’è la grande apparizione – tutta celeste – del 1917, a Fatima. A Roma, la Madonna appare nel luogo bagnato dal sangue dell’Apostolo Paolo; e non solo appare nel circondario delle sue mura, ma guarda a Roma, si rivolge con le Sue parole alla Sede e alla Cattedra di Pietro.
C’è un collegamento misterioso, ma certo, tra l’apparizione della Madre di Dio alle Tre Fontane e la Sede di Pietro. II senso ecclesiale dell’apparizione alle Tre Fontane sta nelle parole che Maria SS.ma rivolge a Luigina Sinapi: “Ora vai in san Pietro, lì troverai la sorella del Card. Pacelli. Porta a lui il mio messaggio. Da questo luogo stabilirò in Roma il trono della mia gloria”. La Madre di Dio la indirizza come messaggera al futuro Pio XII, preannunciandogli anche che salirà al Soglio di Pietro (come poi avverrà nel 1939). “Roma, il trono della mia gloria” è il centro del Suo messaggio.
Dieci anni dopo, Ella appare nella medesima grotta a colui che si preparava ad uccidere il Papa, Bruno Cornacchiola.
C’è una traiettoria sicura voluta dalla Madonna, una prima volta nel 1937 e una seconda volta nel 1947, dieci anni dopo, che lega le Tre Fontane alla Sede di Pietro: “Vai dal Papa, – dice la Madonna a Bruno – consegna a Lui il pugnale con il quale avresti voluto ucciderlo”.
La grotta bassa sulla collinetta di eucalipti, quasi una tenda tra lo stormire delle foglie, è il luogo dove Maria si presenta a Roma con un appellativo mai prima udito. Tenendo tra le mani il Libro della Verità divina si rivela: Sono la Madonna della Rivelazione. Compie la rivelazione fatta a Lourdes, piena di verità insondabile: Sono l’Immacolata Concezione.
Le due apparizioni della Madre di Dio sotto il cielo di Roma alle Tre Fontane, avvenute a distanza di dieci anni l’una dall’altra, bisogna leggerle insieme, e non si può non farlo, se l’oggetto dello sguardo di Colei che prende l’iniziativa – la Vergine – è sempre uno: la Sede di Pietro.

“Vai a San Pietro – dice la Madonna a Luigina -, vi incontrerai la sorella del Card. Pacelli, parla a Lui”; “Vai dal Papa – dirà nella seconda apparizione a Bruno Cornacchiola – porta a Lui il pugnale con il quale avevi deciso di ucciderlo”.

II destinatario del “vai” della Vergine la prima come la seconda volta è uno solo, il Papa.
E il Vicario di Cristo risponde con la Sua fede alle attenzioni della Madre di Dio: crede. E – cosa straordinaria nella storia della Chiesa – con il suo credere il Papa consacra quasi la verità delle apparizioni ai veggenti, dandone segni visibili ed inequivocabili. Memore del messaggio ricevuto dalla Vergine tramite Luigina Sinapi nella primavera del 1937, dieci anni dopo riceve Bruno Cornacchiola, e, allorché questi gli confesserà di avere desistito, per l’apparizione della Vergine, dal proposito di ucciderlo, gli risponderà: “lo già sapevo”. Ma benedì, il Papa, anche la statua della Vergine della Rivelazione in processione a Roma, per essere portata alla grotta dove si trova attualmente, nel settembre del 1947.
C’è una divina traiettoria di sapienza che lega, a Roma, le Tre Fontane alla Sede di Pietro: in questa divina traiettoria Luigina Sinapi rimase tutta la vita. Nata ad Itri, visse e morì a Roma, divenne romana. La giovane donna alla quale la Madre di Dio aveva comandato di andare a San Pietro, per incontrare sotto la cupola e vicino all’altare della Cattedra la sorella del futuro Pontefice, ed essere introdotta a Lui, rimase per tutta la vita, con umile e religiosa dedizione, legata al Papa, ai Papi. Di Paolo VI ci piace ricordare un appellativo delicatamente paterno nei confronti di lei: Luigina Sinapi era per lui “la lumachina”; umile e lenta, lasciava una “scia” luminosa.
Dei sacerdoti Luigina parlava alla Madonna come delle “pupille dei Tuoi occhi”, echeggiando evidentemente parole di Lei.
Tutta la vita di Luigina può venire letta in questa chiave. L’incantevole semplicità del suo rapporto con i suoi interlocutori divini – Gesù e Maria – non spegne in Luigina il palpito dell’adorazione verso la Maestà di Dio, ma lo alimenta al profondo, conferendo alle sue parole la vibrazione, l’incanto della realtà vista e udita, che ella trasmetteva agli altri esprimendosi con pudica grazia.
Analogo il suo modo di relazionarsi al Vicario di Cristo. Qualcuno sapeva della sua presenza non infrequente nei Palazzi Apostolici, della paterna condiscendenza verso di lei del Vicario di Cristo. La Madre di Dio continuava, infatti, ad essere l’anello di congiunzione tra lei e la Persona del Santo Padre.
Come le altre grandi “romane” di elezione – Caterina di Siena, Brigida di Svezia – Luigina Sinapi non solo pregava “forte forte” “per la Chiesa, per il Papa, per i Sacerdoti e tutte le anime consacrate laiche e regolari”, avvalorando la sua “offerta di vittima” con l’apporto dei sacrifici quotidiani – il suo “stillicidio del cuore” – ma faceva suo il carico delle Sue cure universali, viveva nel suo cuore giorno per giorno la vita della Chiesa. Meraviglioso spettacolo che i nostri occhi hanno visto e che abbiamo toccato con mano! L’amore forte e delicato di Luigina Sinapi per la Sede di Pietro e per tutta la Chiesa vale un intero trattato di Ecclesiologia. Era, il suo, un esempio operante.
Chi scrive ricorda un piccolissimo episodio molto significativo: l’interessamento convinto e silenzioso con cui partecipò – nella sua casa, seduta al tavolo del suo salotto – alla semplice stesura di alcuni bigliettini di auguri indirizzati alla Città del Vaticano. Un atto che ella non compiva in ossequio alle consuetudini, ma conferendo a quel minimo gesto un valore molto più grande, visibile nel come procedeva, con deferenza e attenzione. La sua vera famiglia erano loro, Gesù e Maria, che essa chiamava teneramente “la Mamma”, e, con Loro, la sua famiglia in terra era la Chiesa: il Santo Padre, i Sacerdoti, i Missionari. E mai amore “familiare” apparve tanto nobile, tutto intriso della divina presenza e pagato con la vita.
Chi non ricorda come essa, Luigina Sinapi, era materna ma rispettosa insieme con i giovani sacerdoti? Avrebbe potuto essere chiamata, da loro, con il medesimo appellativo con cui i discepoli si rivolgevano alla senese Caterina: “Mamma”. Ma insorgeva in lei, in modo palese, il senso di una religiosa e profonda deferenza, di un rigoroso rispetto per tutti, dal più giovane consacrato al membro autorevole della Segreteria di Stato: tuttora per tutti una indimenticabile lezione.
Ciò si evidenzia a tutto tondo nelle pagine dell’Epistolario, indirizzato a un Servo di Maria che le fu vicino “come un fratello”. II rapporto con il sacerdote è per Luigina un’ascesa in comune, passo dopo passo, per i più aspri sentieri dello spirito (“una via spinosa e strettissima dove tante volte per ascendere bisogna andare con un piede dopo l’altro, un altare alla vetta”); una comune offerta sulla Croce (“un adagiarsi sulla “Bilancia della compensazione”); una continua dedizione agli altri (“rendersi particella viva manovrata per tutti i bisogni della Chiesa e del mondo dal Divino Artefice”): il perdono dato anche se il cuore sanguina.
Una viva testimonianza del come l’anima vicina a Dio possa vivere spiritualmente accanto al consacrato: sulla scia di Teresa D’Avita e Teresina di Lisieux. II modo con cui Luigina Sinapi viveva la sua intima dedizione alla Chiesa e al Santo Padre lo si può senz’altro considerare esemplare: dei suoi forti sentimenti, custoditi nel silenzio, si percepiva come un indistinto chiarore: non inerte, però, ma trascinante.
Vicina alla Sede di Pietro, la sua vicinanza non era fisica quanto morale, la vita della Chiesa era la sua vita. E i gesti più eclatanti, come l’andare in uno dei “Paesi soggiogati dal dominio rosso”, in bilocazione, per incontrare un Cardinale e compiere un atto al servizio della Chiesa, o il rispondere al telefono alla voce del Papa, in questo contesto erano atti che venivano semplicemente al seguito delle tantissime Ave Maria, delle notti insonni passate in preghiera, dell’offerta della sofferenza. Come Brigida di Svezia, che era di stirpe regale, Luigina Sinapi che pure non lo era, seguiva ad horas, con sguardo acuto e penetrante, il raggio dell’azione universale del Papa sulla scena del mondo. Partecipava con animo filiale al travaglio materno della Chiesa. Se la Madonna alle Tre Fontane nel 1937 aveva indirizzato Luigina Sinapi alla Basilica di San Pietro e al Card. Pacelli, la Sede di Pietro e la Cattedra di Pietro Luigina Sinapi non le abbandonerà più in tutta la sua vita. II comando della “Mamma” rimarrà in lei sempre operante.
Prof.ssa Giuseppina Cardlllo Azzaro

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