DAL “SACCO DI ROMA” DEL 1527 PASSANDO PER ENRICO VIII : IL TERREMOTO CHE INDUSSE GERMANIA E INGHILTERRA AD ALLONTANARSI DALLA CHIESA DI ROMA … 2° puntata …

 

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Il suo successore é Papa Adriano VI (31.08.1522 – 14.09.1523). Nato a Utrecht, non ben accolto in Roma perché vedono in lui un pedante professore straniero; cieco di fronte alla bellezza dell’antichità classica, riduce di molto gli stipendi dei grandi artisti. Il musicista  Carpentras lascia Roma in quel periodo; perfino la volta della Cappella Sistina dipinta da Michelangelo Buonarroti rischia di andare distrutta per la sua ostilità nei confronti dell’arte. Adriano muore il 14 settembre 1523, alla fine di un pontificato troppo breve per essere efficace. Adriano VI fu l’ultimo papa non italiano fino all’elezione di papa Giovanni Paolo II nel 1978 e fu l’ultimo papa proveniente dal Sacro Romano Impero, nonché unico papa di origine olandese.

Nel frattempo Lutero con la sua aperta ribellione a Roma, diventa la causa di una sequenza di rivolte di cui lui stesso, in un primo momento ne approva l’iniziativa, ma, in seguito, come per quella dei contadini, giustifica l’intervento a Frankenhausen del duca di Lorena, che fa sgozzare più di ventimila rivoltosi: di fronte all’anarchia e al caos che si sta diffondendo in Germania, diventa assolutamente necessario trovare un principio su cui fondare ordine e stabilità; avendo eliminato il Papa e la gerarchia, non resta che lo Stato che possa dare appoggio alla nuova chiesa fondata da Lutero.

 

L’elezione del nuovo pontefice Papa Clemente VII (1523 – 1534), cugino di papa Leone X, viene salutata con entusiasmo, anche se certe aspettative si dimostrano subito mal riposte.

E’ rimasto nella storia di questo pontificato il cosiddetto “sacco di Roma” del maggio 1527, quando l’imperatore Carlo V prende la città con 40.000 soldati.

Vengono profanate le chiese, rubati i tesori e distrutti gli arredi sacri. Le monache vengono violentate, così come le donne strappate dalle loro case. Subiscono devastazione tutti i palazzi dei prelati e dei nobili, ad eccezione di quelli fedeli all’imperatore. La popolazione é sottoposta ad ogni tipo di violenza e di angheria. Le strade sono disseminate di cadaveri e percorse da bande di soldati ubriachi che si trascinano dietro donne di ogni condizione, e da saccheggiatori che trasportano oggetti rapinati.

Il 6 giugno Clemente VII viene a patti obbligandosi a versare al principe d’Orange 400.000 ducati, di cui 100.000 immediatamente e il resto entro tre mesi; viene inoltre pattuita la consegna di Parma, Piacenza e Modena. Clemente VII, per evitare di ottemperare alle condizioni imposte dall’imperatore, abbandona Roma e si ritira ad Orvieto.

Papa Clemente, preso da questi problemi politici, trascura il movimento protestante ed in modo specifico quello inglese.

Enrico VIII non ha un erede maschio e di questo incolpa la moglie Caterina d’Aragona.

Dopo numerose relazioni con altrettante dame di corte, si innamora di Anna Bolena, una delle più belle signore del tempo, ma protestante. Dal 1527 Enrico cerca il modo per divorziare da Caterina, prendendo come scusa che il matrimonio con la vedova del fratello non può essere valido.

Per perorare la sua causa Enrico manda a Roma Thomas More, grande umanista e abile giurista. Nonostante le motivazioni addotte, il papa ritiene il divorzio impossibile, anche perché l’imperatore Carlo V é nipote di Caterina ed il papa non vuole renderselo nemico. Allora Enrico comincia ad esercitare pressioni sul papa, arrivando, nel 1529 alla soppressione dell’indipendenza degli ecclesiastici inglesi ed ad arrogarsi il diritto di nominare i vescovi. Nel gennaio del 1533 Enrico VIII sposa Anna Bolena e, nel maggio dello stesso anno, il precedente matrimonio con Caterina d’Aragona viene dichiarato ufficialmente nullo dall’Arcivescovo di Canterbury. Dopo alcuni mesi, il 7 settembre 1533 nasce la futura regina Elisabetta, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Enrico viene scomunicato ed il papa continua a ritenere legittimo il solo matrimonio con Caterina. Il re risponde allora con l’Atto di Supremazia, votato dal Parlamento il 3 novembre 1534, che lo dichiara Re supremo e unico Capo della Chiesa d’Inghilterra, attribuendosi quel potere spirituale che fino a quella data é stato appannaggio esclusivo del pontefice. Chi (come lo stesso Thomas More) rifiutò di accettare con giuramento il provvedimento e di riconoscere il nuovo matrimonio del re con il relativo ordine di successione al trono, viene considerato reo di alto tradimento e punito con morte. Lo scisma é ormai compiuto. Tutti i pagamenti che prima erano versati al papa ora vengono versati alla corona; il Parlamento esclude la principessa Maria dalla successione al trono in favore della figlia di Anna Bolena, nella speranza di un futuro erede maschio. La Bibbia viene tradotta in inglese, ai preti viene permesso sposarsi e le reliquie dei santi vengono distrutte.

Tornato a Roma dopo la permanenza ad Orvieto, Clemente VII prosegue la sua opera di mecenate: sviluppa la Biblioteca Vaticana, continua la costruzione della Basilica di S.Pietro, porta a termine i lavori del Cortile di San Damaso e di Villa Madama. Incarica, inoltre, Michelangelo di affrescare la Cappella Sistina con il Giudizio Universale, seguendone personalmente i lavori. Nel 1528 approva l’Ordine dei Cappuccini e, nel 1530, quello dei Chierici Regolari di San Paolo (detti Barnabiti).

Il papa muore a Roma il 25 settembre 1534. Clemente VII viene sepolto in Santa Maria sopra Minerva. Il suo mausoleo, disegnato da Antonio da Sangallo il Giovane, si trova di fronte a quello del cugino Leone X.

 

Gli succede Alessandro Farnese con il nome di Papa Paolo III   (1534 – 1549)

Purtroppo, anche in questo caso, dobbiamo stendere un pietoso velo sulle intemperanze della sua età giovanile.

Avverte la gravità della separazione in atto di tutto il Nord Europa e sente l’obbligo di convocare un nuovo concilio ecumenico a Trento, sede di un principato vescovile appartenente all’Impero germanico, con la bolla “Laetare Jerusalem” per il 2 novembre 1542; ma per lo scarsissimo concorso di prelati viene sospeso il 6 luglio del 1543 e riconvocato l’anno dopo, il 19 novembre 1544. Gli stati protestanti tedeschi respingono aspramente l’invito; Lutero sfoga nuovamente il suo astio verso il papato nello scritto “Contro il papato di Roma, fondato dal diavolo”.

L’apertura del Concilio (durato complessivamente 18 anni, con due prolungate interruzioni) avviene il13 dicembre 1545 nel duomo della città di Trento. I protestanti, a loro volta, convocano il Concilio a Worms, dove rivendicano la propria autonomia dalla Chiesa di Roma, e, per quanto riguarda la dottrina e la disciplina, dichiaravano piena libertà di decisione.

Dopo quindici anni di densissimo pontificato, che l’hanno visto protagonista delle vicende europee non solo religiose, Paolo III si spegne a Roma il 10 novembre 1549. Viene sepolto nella basilica di San Pietro. Il 18 febbraio 1546, intanto, era morto anche Martin Lutero.

Papa Paolo III, forse unico fra i pontefici del suo tempo ad aver seriamente compreso la portata e le conseguenza di tale Riforma, è ancora oggi considerato un grande pontefice.

Fu anche uno dei più grandi mecenati del Rinascimento italiano. Accordò protezioni a dotti e letterati, fece costruire e restaurare cappelle, chiese e grandi monumenti romani, promosse un grandioso sviluppo edilizio di Roma, abbellendola con nuove vie e fontane, spendendo cifre astronomiche per migliorarne la viabilità. Prima ancora dell’elezione al soglio pontificio riuscì ad accumulare quella che oggi è conosciuta come “collezione Farnese”.

Tra i protagonisti di questa stagione, il più grande fu Michelangelo, ritornato a Roma nel 1534, e fermatovisi fino alla morte avvenuta trent’anni dopo. All’artista nel 1534 Paolo III commissionò il Giudizio Universale. In seguito gli affidò molti altri incarichi, tra cui quello di sovrintendente a vita ai lavori della Basilica Vaticana e la realizzazione di Piazza del Campidoglio.

Don Lauro Consonni

Laorca.It

Un pensiero su “DAL “SACCO DI ROMA” DEL 1527 PASSANDO PER ENRICO VIII : IL TERREMOTO CHE INDUSSE GERMANIA E INGHILTERRA AD ALLONTANARSI DALLA CHIESA DI ROMA … 2° puntata …

  1. incredibile la storia che vede reduci figure di un certo calibro. e per quello che riguarda la politica, e anche religioso. ma a mio parere, la figura politica è quella che è venuta a crollare per un senso non tanto opportuno; la parte religiosa, la figura spirituale del potere divino, non è venuta a mancare, e il più delle volte, presente all’occorrenza e opportunatamente non equivoca. noi di questo possiamo ringraziare ns. Dio che non abbandona mai chi lo cerca. amen

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