Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima
Il Papa passa a rivisitare le tre gigantesche colonne che sostengono la Quaresima: Digiuno, Elemosina, Preghiera.
Il digiuno, mentre rende più povera la nostra mensa, arricchisce il nostro cuore, insegnandoci a “superare l’egoismo per vivere nella logica del dono e dell’amore; sopportando la privazione di qualche cosa – e non solo del superfluo – impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro io per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere dio nei volti di tanti fratelli”. Il digiuno cristiano ha questo di tipico “fà sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo”. Mangio e bevo di meno io, perché chi è senza pane ed acqua, possa avere questi alimenti indispensabili per la vita.
La pratica dell’elemosina, invitandoci alla condivisione, ci aiuta a superare “la tentazione dell’avere, della avidità del denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita. La bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazione e morte…L’idolatria dei beni non solo allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende infelice, lo inganna, lo illude senza realizzare ciò che promette, perché colloca le cose materiali al posto di Dio, unica fonte della vita” e della gioia. La pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e della carità verso i bisognosi.
La preghiera ,che deve essere più intensa e sentita in questo periodo,, “ci permette anche di acquisire una nuova concezione del tempo: senza la prospettiva dell’eternità e della trascendenza, esso scandisce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro”. Nella preghiera noi troviamo il tempo per Dio che ci parla e ci indirizza ‘parole dense di vita e di eternità perché non passeranno in eterno’. Nella preghiera il Signore ci rivela la sua mente e il suo cuore: ‘i miei pensieri non sono come i vostri pensieri e i miei progetti non sono come i vostri, di voi terrestri…Voi non riuscirete mai a misurare la larghezza, l’altezza, la profondità del mio amore per voi’.
P. Giuseppe Rinaldi s.x.