IO PROMETTO :
– Di non diminuire o cambiare niente di quanto trovai conservato dai miei probatissimi antecessori , e di non ammettere qualsiasi novità, ma di conservare e di venerare con fervore , come vero e loro discepolo successore , con tutte le mie forze e con ogni impegno, ciò che fu tramandato ;
– di emendare tutto quanto emerga in contraddizione alla disciplina canonica , e di custodire i sacri Canoni e le Costituzioni Apostoliche dei nostri Pontefici, quali comandamenti Divini e Celesti , (essendo io ) consapevole che dovrò rendere stretta ragione davanti al (Tuo) giudizio divino di tutto quello che professo ; io che occupo il (Tuo) posto per divina degnazione e fungo come il tuo Vicario , assistito dalla Tua intercessione. Se pretendessi di agire diversamente , o di permettere che altri lo faccia, Tu non mi sarai propizio in quel giorno tremendo del Divino Giudizio …Perciò, ci sottoponiamo al rigoroso interdetto dell’anatema, se mai qualcuno,o noi stessi, o un altro abbia la presunzione di introdurre qualsiasi novità in opposizione alla Tradizione Evangelica, o alla integrità della Fede e della Religione, tentando di cambiare qualcosa all’integrità della nostra Fede, o consentendo a chi pretendesse di farlo con ardore sacrilego.
Tratto da Liber Diurnus Romanorum Pontificum (in latino “Registro giornaliero dei Pontefici Romani”) è la denominazione di una raccolta di scritti dell’amministrazione papale a Roma. La raccolta comprende documenti del periodo dalla fine del V secolo fino all’XI secolo.
La raccolta contiene ca. 100 formulari per le pratiche abituali della cancelleria, come lettere, formulari per l’elezione, l’intronizzazione e il funerale del papa, sul procedimento per la nomina dei vescovi, sulla fondazione dei monasteri e l’inaugurazione delle chiese, cioè documenti che riguardano tutti gli ambiti dell’amministrazione della Chiesa. I primi documenti provengono dalla fine del V secolo, per quanto vi siano opinioni divise sull’esatta datazione. Parti essenziali della raccolta provengono dall’epoca dei papi Gelasio I (492-496) e Gregorio I (590-604). Il Liber Diurnus fu in uso nella Cancelleria papale fino all’XI secolo. A causa di cambiamenti e delle mutate esigenze della burocrazia il libro non fu più usato e cadde nell’oblio.
Intorno al 1641 una copia fu riscoperta nel monastero di Santa Croce in Gerusalemme a Roma dal sovrintendente della Biblioteca Vaticana Luca Olstenio. Dal collega dei Gesuiti a Parigi, al Collège de Clermont, Olstenio ricevette un’ulteriore copia. Non ottenne tuttavia il permesso di pubblicare i testi, “perché si pensò che potesse riuscire di pregiudizio alla S. Sede e offrire materiale pericoloso di polemica sia ai protestanti sia ai gallicani, soprattutto forse per le espressioni contrarie a papa Onorio I; invece fece maggiore scandalo la notizia risaputa dell’impedita pubblicazione”[1].
La copia parigina fu pubblicata per la prima volta nel 1680 dal gesuita Jean Garnier. L’originale di questa edizione a stampa, in parte criticamente difettoso, andò parzialmente perduto. Il benedettino Jean Mabillon pubblicò un supplemento all’edizione Garnier. Una combinazione di queste edizioni a stampa fornì la base per la stampa Basler del 1741, che fu accolta da Jacques Paul Migne nella sua edizione completa del testo della Patrologia Latina del 1851 .
Ho 77 anni e mentre mi commuovono queste sante affernazioni mi ricordo con dolore e rimorso quanto dal 1968 in poi abbiamo lasciato avanzare il relativismo senza opporre alcuna valida resistenza!
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